I dubbi sugli studi di Lancet sulla clorochina

Photograph: Anthony Brown/Alamy Stock Photo

Rischia di crollare come un castello di carta lo studio della prestigiosa rivista medica The Lancet sui possibili effetti dannosi dell’idrossiclorochina tra i pazienti Covid-19, che aveva portato decine di governi ed enti nazionali a sospendere i trattamenti. A sollevare la questione una inchiesta del quotidiano britannico The Guardian. 

La rivista medica ha preso le distanze dal proprio studio “dopo che sono emerse gravi questioni scientifiche”. La pubblicazione ha lanciato una ‘expression of concern‘, termine formale usato dalle riviste scientifiche quando uno studio rappresenta potenzialmente un problema, e ha annunciato l’apertura di una revisione interna dai suoi stessi autori. 
    Sebbene parte della comunità scientifica dubiti dell’efficacia dell’idrossiclorochina, diverse decine di esperti avevano espresso in una lettera aperta la loro “preoccupazione” per la metodologia utilizzata in questo lavoro, sulla base delle informazioni raccolte da Surgisphere, una società di analisi dei dati sanitari con sede negli Stati Uniti. Secondo il Guardian si tratta di una piccola azienda che ha tra i suoi impiegati uno scrittore di fantascienza a un modello pornografico. 

Due delle principali riviste mediche del mondo – The Lancet e il New England Journal of Medicine – hanno pubblicato studi basati sui dati di Surgisphere. Gli studi sono stati scritti dall’amministratore delegato dell’azienda, Sapan Desai. Anche il New England Journal of Medicine (Nejm) ha emesso un avviso simile.

L’articolo in questione aveva portato l’Oms a interrompere gli studi clinici sull’idrossiclorochina in diversi Paesi, poiché ha concluso che questa molecola non solo non porta benefici contro il Covid-19 ma aumenta anche il rischio di morte.

Lo studio, pubblicato il 22 maggio, si basa sui dati di circa 96 mila pazienti ricoverati tra dicembre e aprile in 671 ospedali in tutto il mondo e confronta l’evoluzione di coloro che hanno ricevuto questo trattamento e quelli che non lo hanno fatto.
    In una lettera aperta pubblicata il 28 maggio, decine di scienziati in tutto il mondo evidenziano come la revisione dello studio Lancet sollevi “preoccupazioni sia metodologiche che di integrità dei dati”. Stilano un lungo elenco di punti problematici, dalle incoerenze nelle dosi somministrate in alcuni Paesi alle questioni etiche sulla raccolta di informazioni, incluso il rifiuto degli autori di dare accesso ai dati grezzi. 
    Nel suo comunicato stampa, The Lancet ha ricordato che “gli autori non sono affiliati a Surgisphere ed è in corso un audit indipendente sulla fonte e sulla validità dei dati, con risultati attesi molto presto”.
    “Non è abbastanza, abbiamo bisogno di una vera valutazione indipendente”, ha replicato su Twitter il ricercatore James Watson, uno dei promotori della lettera aperta. “Vi sono dubbi sull’integrità dello studio Lancet. A posteriori, sembra che i responsabili politici abbiano fatto troppo affidamento su questo documento”, ha commentato il professor Stephen Evans, della London School of Hygiene and Tropical Medicine.
    Lo studio Lancet era stato anche attaccato con virulenza dai difensori dell’idrossiclorochina, spesso con l’hashtag #LancetGate. Il primo fra questi è il ricercatore francese Didier Raoult che aveva già giudicato “disordinato” lo studio nei giorni scorsi.