Big Data in Health Society e l’uso dei big data in sanità

  • di Antonio Scala, presidente di BDHS – BDH Society vuol essere portatrice di una analisi dei dati attenta alle interdipendenze fra i vari settori, conscia della natura multi-criteriale delle decisioni prese su tali dati e quindi sulla natura politica di tali decisioni. In sintesi, la BDH Society intende essere l’arena ove si analizzino i dati sanitari nei loro molteplici aspetti per distillare le varie implicazioni di decisioni prese sulla base di dati.

La pandemia ha messo in evidenza non solo l’importanza dei dati sanitari ma anche le arretratezze dei nostri sistemi e le falle nell’impostazione generale delle nostre istituzioni. Finora si è proceduto in ordine sparso, con disparità nei modi in cui i dati vengono raccolti ed immagazzinati e con duplicazioni degli stessi a più livelli. La tentazione più pericolosa è di centralizzare tutto: un percorso non solo ciclopico e probabilmente irrealizzabile, ma anche inutile senza un cambio di passo culturale. La BDH Society presieduta da Antonio Scala – www.bigdatainhealth.org – nasce proprio dalla constatazione che i dati sanitari – ed i big data in generale – sono un oggetto poliedrico, il cui uso e la cui gestione implicano sfaccettature non risolvibili adottando una prospettiva unica. Gli aspetti multidisciplinari collegati ai big data sanitari vanno dai problemi della privacy all’interpretazione medica, dalla interoperabilità dei sistemi di raccolta al rigore delle analisi statistiche, dal corretto dimensionamento dei database alla necessità che gli operatori introducano correttamente il dato, dai problemi etici connessi all’uso dei dati alla necessità di renderli “cyber” sicuri, fino alla comunicazione del dato stesso e delle sue analisi. Sono dati che si interfacciano con altre fonti “attigue”, da quelli di mobilità a quelli di uso e acquisto dei farmaci, dalle statistiche economiche e di occupazione ai dati ambientali e sulle abitudini di vita ed alimentari: dati che sono in capo ad istituzioni diverse, dai social media provider al MISE, dall’ISTAT all’ISPRA, dall’ISS al Ministero della Salute per non parlare dei vari IRCCS, associazioni di categoria, o delle ASL. Per usare, collegare ed analizzare tali dati cogliendone le implicazioni non solo sulla salute ma anche gli impatti sugli altri comparti serve un’abitudine ad un approccio “sistemico”. BDH Society vuol essere portatrice di una analisi dei dati attenta alle interdipendenze fra i vari settori, conscia della natura multi-criteriale delle decisioni prese su tali dati e quindi sulla natura politica di tali decisioni. In sintesi, la BDH Society intende essere l’arena ove si analizzino i dati sanitari nei loro molteplici aspetti per distillare le varie implicazioni di decisioni prese sulla base di dati. Ricordando che ogni decisione complessa ricade nei cosiddetti “no free-lunch theorems”, ovvero nel vecchio adagio che “non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena”. E questi aspetti saranno anche al centro del quarto Big Data In Health Congress, in programma a ottobre.