Google mette il turbo a internet: il suo QUIC è standard ufficiale

  • da Hdblog.it

Google QUIC diventa ora uno standard internet a tutti gli effetti: l’acronimo sta per Quick UDP Internet Connection, ed è un protocollo di comunicazione di rete annunciato dal colosso di Mountain View otto anni fa con l’intento di rimpiazzare il venerando TCP (Transmission Control Protocol), presentato nel 1974. La Internet Engineering Task Force (o IETF) l’ha pubblicato sul suo sito ufficiale, e quindi è pronto a offrire connessioni più veloci a tutti. I browser web e i provider li stanno testando già da tempo, e quest’ultimo sviluppo rende chiaro che i tempi sono ormai maturati per il nuovo standard.

TCP, UDP (User Datagram Protocol) e QUIC sono i protocolli che controllano come i dati sono suddivisi in pacchetti, etichettati in modo individuale, inviati attraverso la rete al sistema destinatario e riassemblati. Il TCP è più lento dell’UDP, ma ha un meccanismo molto efficace di recupero dei pacchetti perduti; con QUIC, Google ha fondamentalmente aggiunto la packet loss (peraltro anche più efficiente di quella del TCP) all’UDP. Una ricerca finanziata da Google stessa risalente al 2017 ha mostrato come l’implementazione di QUIC abbia ridotto i tempi di attesa di una ricerca su Web dell’8% su sistemi desktop, come i PC, e del 4% sui dispositivi mobile, come smartphone e tablet. I tempi di buffering su YouTube si riducono invece del 18% e del 15%, sempre rispettivamente su desktop e mobile.

È una semplificazione esagerata della situazione reale, naturalmente. Google ha lavorato per migliorare molti altri aspetti; per esempio, QUIC è molto più veloce nel preparare connessioni criptate, e nel gestire il passaggio da una rete all’altra (per esempio passare dal Wi-Fi al modem 4G/5G del proprio smartphone).

Google aveva presentato QUIC nel 2013 come estensione del suo browser Chrome; in tempi brevi è diventato lo standard di trasmissione dei dati dalle sue app ai servizi Google; è stato inviato alla IETF già nel 2016. Resta da capire quanto veloce sarà la sua diffusione: internet è un insieme sterminato di entità, ed è lecito assumere che la migrazione da un protocollo ben conosciuto da una trentina abbondante di anni per un “nuovo arrivato” genererà un po’ di diffidenza e prudenza.