Digitale, digitalizzazione e trasformazione digitale. C’è confusione.

A Venezia, lo scorso 4 Settembre, grande successo dell’evento SIF alla Ca’ Foscari e grande attenzione per le misure anti Covid, in presenza di numerose aziende, tecnologicamente visionarie e innovative – di William Nonnis, Full Stack Developer presso Ministero della Difesa

A Venezia, lo scorso 4 Settembre, grande successo dell’evento SIF alla Ca’ Foscari organizzato da Prof. Bagnoli, il quale, con grande attenzione per le misure anti Covid, ha riunito, finalmente in presenza, importanti aziende, tecnologicamente molto visionarie e innovative.

Nelle varie ed interessanti disquisizioni ho potuto però ancora una volta comprendere quanta difficoltà si faccia nel distinguere il digitale dalla digitalizzazione e dalla trasformazione digitale. Un problema in Italia annoso da superare per la mancanza di una vision a lungo termine, a partire da una classe dirigente, troppo a lungo impantanata in un vecchio e ormai obsoleto modo di fare economia.

Già da un po’ ormai, non solo noi tecnici, ma anche il mondo della cultura e dell’intellighenzia si sta occupando con vivo interesse dell’epocale trasformazione sociale che la digitalizzazione sta muovendo.

Luciano Floridi, filosofo e professore presso l’Università di Oxford, scrive: “Quella che stiamo affrontando oggi è la quarta rivoluzione ed è intimamente legata al ruolo del digitale e della tecnologia delle nostre vite” focalizzando così in pieno il centro della questione.

Ad oggi abbiamo 5 tipi di innovazione: 1. innovazione tecnologica, un modo nuovo e più efficiente di trasformazione della realtà materiale; 2. innovazione economica, utilizzo dell’innovazione tecnologica al servizio della produzione per ottenere un surplus di valore; 3. innovazione regolativa, trasformazione delle regole/sanzioni, formalizzate nei codici giuridici; 4. innovazione normativa, identificazione dei valori sociali condivisi e delle nuove abitudini sociali; 5. innovazione culturale, con l’introduzione di nuove pratiche, ma affinché le prime quattro possano esprimersi in tutte le loro potenzialità, si deve fare in modo di assimilare la numero 5, ossia l’innovazione culturale, perché tutti insieme, aziende e cittadini, si possa affrontare un cambio di paradigma culturale sociale. Per dirla ancora con Floridi, oggi non siamo più online od offline, ma costantemente onlife, a sottolineare una nuova modalità di vita sempre interconnessa.

Pertanto è essenziale comprendere e metabolizzare, il più largamente possibile, concetti, prerogative e differenze delle varie aree delle nuove tecnologie, perché saranno proprio queste  tecnologie e tutti gli strumenti ad esse annessi (IoT ed IA ad esempio), che sempre più utilizzeremo in maniera costante nella nostra quotidianità.

Altra cosa però è il non lasciarsi irretire da una tecnologia, innamorata di sè stessa, che si crede sostituibile in toto all’uomo. E’ doveroso ricordare, infatti che nessuna intelligenza artificiale potrà mai competere con alcune capacità umane; indispensabile, quindi mantenere un approccio etico e comprendere che alcuni strumenti di gestione, o la raffinatissima IA, non avranno mai la meglio su alcune prerogative ad esclusivo appannaggio dell’uomo.

La Blockchains Permissionless , invece, con le sue caratteristiche di trasparenza, sicurezza e immutablità dei dati, è imprescindibile sussidio alla Sanità.

Infatti essa garantisce la perfetta archiviazione e conservazione di tutti i referti e la condivisione di ogni informazione diagnostica e in qualsiasi parte del mondo, con grande vantaggio del paziente che, con una chiave di accesso crittografata, può avere sempre con sè il suo storico sanitario

Questo il vero progresso sociale perché passa soprattutto attraverso l’attenzione che si pone alla dignità dell’uomo, nel campo nevralgico della sua salute, non solo per cure mediche, ma anche per la sfera delicatissima, della sua privacy.

Questo il Buonfuturo al quale io credo.