COVID-19: Passaporto Sanitario o Pass Vaccinale, il ruolo della blockchain

Di William Nonnis, Full Stack & Blockchain Developer – Ministero della Difesa da Reportdifesa.it. “Grazie alla sua architettura, la Blockchain potrà (in parte lo è gia per alcune realtà) essere, in futuro, interoperabile con qualsiasi entità, come: ospedali, realtà pubbliche (Comuni, Province, Regioni), dispositivi IoT e IoE e applicazioni, permettendo a lungo termine di avere uno scambio di dati tra i vari attori attori coinvolti nel settore sanitario e non solo (Istituzioni e costruendo così le basi per una pubblica amministrazione efficiente, sicura e funzionale)”.

In ambito blockchain cercheremo di capire perche ha più importanza il Passaporto sanitario rispetto al Pass Vaccinale, in questo momento storico. Negli ultimi tempi si sta parlando tantissimo sia a livello nazione che europeo di applicare un PASS VACCINALE per identificare le persone che hanno effettuato il vaccino, tamponi, etc. Ma noto una grande confusione nell’identificare l’esigenza di un PASSAPORTO SANITARIO o PASS VACCINALE.

Ad oggi riscontro una grossa confusione da parte dei proponenti e collaboratori per tanti aspetti sia per mancanza punto primo di strategia e visione da parte della classe dirigente, successivamente attorno a questi interlocutori associamo la mancanza di competenze e consapevolezza in ambito DIGITALE. La pandemia ha fatto emergere tutte le fragilità strutturali di uno Stato. E questa era l’occasione giusta per mettersi in carreggiata su infrastrutture, competenze e modernizzazione del Paese. Analizziamo cosa sono e cosa porterebbero i due strumenti

PASS VACCINALE

Fornirebbe le seguenti caratteristiche:

  • La  vaccinazione COVID-19 e/o un risultato negativo recente del test COVID-19 e/o eventuali precedenti infezioni dallo stesso virus.

Diversi deputati hanno evidenziato la necessità di introdurre forti garanzie per la protezione dei dati personali e medici e hanno sottolineato che coloro che non sono stati vaccinati non devono subire discriminazioni.

PASSAPORTO SANITARIO:

Fino ad oggi la storia clinica di un paziente è stata affidata ad archivi cartacei frammentati e deteriorabili, con la conseguente discontinuità di diagnosi e terapie e difficoltà di trasporto. Possiamo immaginare con facilità una chiave di accesso digitale che in tempo reale ci restituisca tutto il percorso del paziente. Dalle piccole cose come il cambio del medico di medicina generale a ricerche più complesse sullo stato di salute, fino ad arrivare a complessi studi epidemiologici, flussi sanitari, mappature della distribuzione di malattie croniche o infettive.

Facciamo un esempio concreto: se un paziente decide di cambiare il medico, potrà dare la chiave di accesso crittografata della sua cartella clinica al nuovo medico, con una sorta di portability della sua storia clinica. Il paziente avrà diverse chiavi di accesso ai suoi dati sanitari, ciascuna per ogni branca specialistica (Cardiologia, Dermatologia, etc) mantenendo il controllo dei propri dati. Idem per i vari referti di visite nei diversi enti pubblici e privati.

Analizzando le due opzioni partirei dal Passaporto sanitario dove, grazie alla segnalazione di alcune persone che seguono la mia attività in ambito blockchain, mi fanno notare che il 25 ottobre 2019 in una mia intervista (https://gat.to/zbnpl) andai a specificare quanto precedentemente scritto.

In tutto questo si dimentica di parlare di tecnologia Blockchian (quella vera, cioè: pubblica e permissionless) alla quale io tengo moltissimo sotto l’aspetto umano-tecnologico e soprattutto eco-sostenibile.

Grazie alla sua architettura, la Blockchain potrà (in parte lo è gia per alcune realtà) essere, in futuro, interoperabile con qualsiasi entità, come: ospedali, realtà pubbliche (Comuni, Province, Regioni), dispositivi IoT e IoE e applicazioni, permettendo a lungo termine di avere uno scambio di dati tra i vari attori attori coinvolti nel settore sanitario e non solo (Istituzioni e costruendo così le basi per una pubblica amministrazione efficiente, sicura e funzionale).

Ecco perché le istituzioni devono affidarsi a professionisti sia all’interno della Pubblica Amministrazione sia a quelli esterni (associazioni, aziende specializzate e consolidate), ma soprattutto la classe dirigente deve ragionare da collettivo e non da singolo senza nessuna centralizzazione (oramai una modalità obsoleta).

All’interno della Pubblica Amministrazione una volta delineata la progettualità e visione a lungo termine (15 anni minimo) è importantissimo introdurre una costante e corretta formazione dove occorre rivolgersi a persone che sulla materia Digitale (come veri professionisti e non finti professionisti del digitale) da anni stanno formando, informando sotto l’aspetto tecnico, giuridico, etc.

Per questo i tecnici devono essere coinvolti al 100% nelle attività di analisi del processo e conseguente sviluppo, devono coadiuvare il legislatore, applicando e snellendo le norme con le nuove modalità che lo strumento digitale offre oggi.

Quindi, ogni figura e categoria professionale è importante in queste fasi, ma ognuno deve rimanere sul suo ambito/settore di competenza, cercando di trovare soluzioni e non problemi, che sono già abbastanza.”

Con questa nuova consapevolezza e, partendo proprio dagli ultimi eventi che, speriamo, possano almeno apportare il corollario di una forte accelerazione in tal senso, il sistema sanitario, dinamicamente e perentoriamente, potrebbe essere rivoluzionato da questa introduzione massiva del valore del dato.

Non solo in termini di sviluppo e progresso scientifico-medico e, di pari passo, in termini di sicurezza dei dati offerti dall’innovazione digitale, che molto sta facendo in tal senso, ma anche e soprattutto in termini di democrazia e diritto di accesso alla salute perché, non dimentichiamo che, il principio e il fine che sottende la nuova rivoluzione tecnologica è che essa è prima di tutto antropocentrica, destinata quindi al benessere dell’uomo, di ogni uomo.

Necessario quindi, dicevo prima, si rende il cambiamento del paradigma socio-culturale che stiamo vivendo, affinché tutti si possa operare, agire, fare ricerca e sviluppo per il Bene dell’individuo, supportati da una tecnologia giusta, equa ed equilibrata.