Big Data. Valutare l’impatto sociale, un’opportunità per P.A. e piccole imprese

da ANSA Release, 4 maggio 2021

Variazioni dei posti di lavoro, turismo, indotto e altre conseguenze sociali e culturali in un territorio; ripopolamento di luoghi e innovazione del modo di vivere gli spazi; coesione, prossimità, criminalità, salute e oneri per il SSN: sono questi alcuni degli effetti che vengono presi in considerazione quando si tratta di valutazione dell’impatto sociale, ambientale ed economico di un progetto. Un concetto che, fino a poco tempo fa, costituiva un imperativo solo per il legislatore e per chi si occupava di grandi opere e di infrastrutture. Ora invece, e sempre più frequentemente si sta dimostrando un’opportunità anche per le piccole e medie imprese.

“Viviamo in un’epoca di grande interesse per gli effetti non esclusivamente finanziari di un progetto – conferma il prof. Giovanni Lombardo, CEO di Sigma NL – l’attuale normativa ha aumentato molto il ventaglio di realtà per le quali la valutazione di impatto sociale, ambientale ed economico è divenuta un obbligo. Si pensi, ad esempio, al Regolamento europeo 2019/2088, entrato in vigore nel marzo del 2021 e che riguarda l’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari e SGR; oppure alla rendicontazione non finanziaria che interessa le società quotate in Borsa e le aziende di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti; o ai DM in vigore da quest’anno, che rendono obbligatorio rendicontare l’impatto sociale anche per gli Enti del Terzo Settore. Ma questo tipo di valutazione costituisce un’occasione importante anche per le piccole e medie imprese, che non sarebbero vincolate a redigerla per legge”.

Quali sono i vantaggi? “Prevenire i rischi – risponde il professor Lombardo -; richiedere adeguati contributi e fondi; valutare, con metodo scientifico, tutte le esternalità, positive e negative è quindi conveniente per tutti gli stakeholder coinvolti. Da un lato, l’impresa può comprendere preventivamente le ricadute – anche sociali e ambientali – che genererà un determinato progetto, in modo da gestire, da subito, eventuali criticità; dall’altro lato, gli investitori o il finanziatore pubblico hanno la possibilità di cogliere in anticipo le potenzialità, sotto diversi punti di vista, del progetto che si apprestano a finanziare o che dovranno scegliere di sovvenzionare, tra una pletora di richieste”.

Interviste, questionari, focus group si trasformano, dunque, grazie a metodi scientifici e a software innovativi, big data e intelligenza artificiale, in dati oggettivi. “Esistono diverse metodologie – afferma Giovanni Lombardo – per valutare l’impatto sociale di un progetto e la scelta finale su quale applicare viene compiuta a seconda del progetto da stimare. Un aspetto fondamentale riguarda il coinvolgimento di team multidisciplinari, con competenze trasversali, poiché occorre tenere conto di molte variabili.  Per esempio, il nostro gruppo di lavoro è formato da ingegneri gestionali, ingegneri ambientali, chimici, psicologhe, pedagogiste, economisti/e, avvocati/e civilisti, amministrativisti, penalisti”. Il team di Sigma NL, grazie alle sue diverse competenze, ha anche sviluppato un software innovativo, con algoritmi dedicati alla valutazione dei rischi (risk management) e alla valutazione dell’impatto economico, sociale ed ambientale.

Sigma NL è una start up, nata come spin off dell’Università di Genova; svolge attività di ricerca, consulenza ad alto valore tecnologico per imprese, enti pubblici e società partecipate dalla Pubblica amministrazione, associazioni e altri soggetti profit e non profit.