“Le misure di lock-down in Italia hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da COVID-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni”. E’ quanto si legge nel report di monitoraggio del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità sulla situazione in fase 2. “Permangono segnali di trasmissione – si segnala nel documento – con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”. Infine, secondo il report “è necessario un rapido rafforzamento dei servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a COVID-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche durante la fase di transizione”.
Lombardia, Umbria e Molise. Sono queste le tre Regioni “attenzionate” dal primo report di ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità per il monitoraggio della fase 2. In base alla classificazione del rischio, valutata seguendo parametri come la probabilità di aumento di trasmissione e di impatto sui servizi assistenziali, in 18 Regioni la classificazione è bassa (livello 2), ossia “bassa probabilità di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali”. Di queste, 10 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Toscana) con incidenza settimanale bassa e intermedia-bassa in cui il lock-down ha impedito il diffondersi dell’infezione.
“La situazione a oggi ci consegna un quadro positivo dopo l’enorme sacrificio fatto dal nostro Paese”. Così il Ministro della Salute Roberto Speranza, in un video in cui presenta il sistema di monitoraggio attivato con Istituto Superiore di Sanità e le Regioni. “L’Italia ha vissuto mesi molto complicati – ha sottolineato Speranza – con chiusure che hanno portato enormi sacrifici ai nostri cittadini. Ora con prudenza proviamo a ripartire, passo dopo passo. avere uno strumento di monitoraggio che ci consenta territorio per territorio di capire esattamente quello che sta succedendo è un’arma fondamentale per gestire questa seconda fase. Un lavoro che ci consentirà di avere sotto controllo l’evoluzione epidemiologica del nostro Paese. Se dovessero esserci segnali d’allarme i decisori politici saranno in grado di intervenire nel più breve tempo possibile. La curva epidemiologica – ha concluso il ministro – si è piegata in queste settimane, anche se i numeri del contagio sono ancora molto significativi. Dobbiamo riaprire con attenzione, con prudenza, con cautela, per non disperdere i sacrifici di tantissimi italiani”.